Ci sono straordinarie esigenze di interesse pubblico
Turi: giuste le nostre rivendicazioni. Politica ha argomentazioni inconsistenti.
La predisposizione di prove concorsuali caratterizzate da regole semplificate è lecita e giustificata da “straordinarie esigenze di interesse pubblico”, in quanto diretta a porre fine ad una intollerabile situazione di precariato in cui versa da anni un considerevole numero di lavoratori.
Così il Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 868/2020, ha dichiarato la legittimità dei bandi di concorso riservati ai docenti in possesso di abilitazione o già inseriti nelle graduatorie, al fine di superare la carenza di personale e contrastare il precariato.
La decisione è di notevole importanza, in quanto riconosce la possibilità di bandire concorsi riservati, caratterizzati da “marcati connotati di specialità, da una procedura snella di verifica”, le cui modalità di svolgimento siano idonee a facilitare la stabilizzazione del personale precario.
Tale superiore esigenza di lotta al precariato legittima dunque “una normativa ad hoc, giustificata da particolari e non irrazionali esigenze pubblicistiche (eliminazione del precariato)”.
Anche la magistratura conferma le nostre posizioni e la legittimità delle nostre rivendicazioni – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Una sentenza che riconduce ad un preciso quadro giuridico di riferimento – sottolinea Turi – e rileva l’inconsistenza della posizione politica assunta dal Miur che è strumentale.
Alla base delle scelte che si vorrebbero far passare come finta meritocrazia ci sono ragioni di visibilità politica. Scelte fatte sulle spalle dei lavoratori che dovrebbero essere rappresentati, e non utilizzati, dalla politica. Protetti e non stritolati dalla burocrazia del Miur.
Si tratta di volontà politica negativa che va spiegata diversamente da come appare. Nessuna sanatoria, ma il riconoscimento di un diritto, compreso quello di presentarsi preparati per la specificità della selezione.