Abilitazioni docenti: il tempo è scaduto. Turi: basta confronti tecnici, serve volontà politica

L’incontro era messo in programma già dai primi d’ottobre, quando era stata definita l’intesa per i precari.
Obiettivo: disciplinare i percorsi di formazione e abilitazione del personale docente e dare organicità al decreto stesso.

Che si tratti di una procedura da definire con urgenza – spiega Pino Turi – per presentare il disegno di legge come collegato alla Legge di Bilancio, è chiaro sia a noi che al Miur.

Nella riunione di oggi, invece,  l’amministrazione è arrivata senza una proposta ma col solo scopo di ascoltare i sindacati, per un primo approfondimento, rinviando ad un momento successivo il confronto su un testo definito.

La questione è nota da tempo, è stata oggetto di accordo con il Governo precedente, ampiamente discussa e confrontata con questo nuovo Esecutivo.
Il tempo degli approcci è scaduto e servono risposte immediate.

La Uil Scuola ha rivendicato l’accordo col governo e richiamato l’amministrazione all’assunzione di responsabilità, al di là della natura del tavolo se tecnico o politico.
Prima c’è la politica, poi i tavoli tecnici per attuarla.

La prima partita dei docenti precari con almeno tre anni di servizio non è sufficiente,  vanno trovate soluzioni e date risposte certe al restante personale, sulla base degli impegni assunti.  Molti sono i docenti rimasti fuori dal concorso straordinario, sia precari dello Stato che delle scuole paritarie, questi, poi si trovano tra l’incudine del decreto Dignità che riduce la possibilità di contratti a termine a 24 mesi e il martello dell’impossibilità ad acquisire una abitazione a meno di non voler appaltare all’estero questa possibilità.

Vanno offerte pari opportunità e garanzie a tutti i precari che non rientrano nel concorso straordinario e che, comunque, fanno funzionare la scuola italiana.
Diversamente, senza un paracadute, non potranno conseguire l’abilitazione e di conseguenza rimarrebbero esclusi, anche dalla possibilità di una  supplenza.

All’interno di questo quadro vanno date risposte anche ai dottori di ricerca e al personale già di ruolo, in possesso di altro titolo di studio valido per l’insegnamento, al fine di favorire la mobilità professionale.

Che ci dicano con chiarezza – aggiunge Turi – se è sufficiente un tavolo tecnico.
Il punto non è che tipo di confronto si mette in atto ma la volontà politica di portarlo a conclusione.
Abbiamo ripreso una trattativa per i capelli, con la convocazione di una riunione per lunedì prossimo, 28 ottobre, in cui si scioglieranno i nodi politici e tecnici.


Il report di dettaglio dell’incontro di oggi | MIUR del 22 ottobre 2019
Disegno di legge abilitazione personale docente

A seguito degli impegni assunti dalle parti con l’intesa del primo ottobre scorso, si è svolto questa mattina un primo incontro al fine di disciplinare i percorsi di formazione e abilitazione del personale docente.

L’amministrazione, rappresentata dal dott. Rocco Pinneri, ha rappresentato l’urgenza di definire il prima possibile un Disegno di legge in modo da presentarlo come collegato alla legge di bilancio.

L’amministrazione è arrivata all’incontro senza una proposta ma col solo scopo di ascoltare i sindacati, per un primo approfondimento, rinviando ad un momento successivo il confronto su un testo definito.

La UIL scuola ha rivendicato l’accordo col governo e richiamato l’amministrazione all’assunzione di responsabilità, al di là della natura del tavolo se tecnico o politico.

Chiusa la prima partita dei docenti precari con almeno tre anni di servizio, vanno trovate soluzioni e date risposte certe al restante personale, sulla base degli impegni assunti. Perdere ulteriormente tempo significherebbe accentuare le problematiche già presenti nelle scuole.

La UIL rivendica un accordo che porti a compimento e completi l’intesa del 1° ottobre.

Gli accordi si rispettano, vanno offerte pari opportunità e garanzie a tutti i precari che non rientrano nel concorso straordinario e che, comunque, fanno funzionare la scuola italiana. Diversamente, senza un “paracadute”, non potranno conseguire l’abilitazione e di conseguenza rimarrebbero esclusi.

Parimenti, bisogna garantire la possibilità per i precari delle scuole paritarie di acquisire l’abilitazione all’insegnamento al fine di potere svolgere la loro attività, attraverso contratti a tempo indeterminato, alla luce del “decreto dignità” che nega la possibilità di reiterare i contratti a termine.

Per la UIL non si può e non si deve giocare sulla pelle delle persone a cui è doveroso dare le risposte attese.

Non è utile un tavolo tecnico, senza la volontà politica di risolverlo.

Nel caso contrario questo personale verrà “espulso” dall’insegnamento, scavalcato in graduatoria dai giovani neoabilitati dei concorsi ordinari.

All’interno di questo quadro vanno date risposte anche ai “Dottori di ricerca” e al personale già di ruolo, in possesso di altro titolo di studio valido per l’insegnamento, al fine di favorire la mobilità professionale.

Indipendentemente dal tipo di percorso abilitante, per la UIL è importante dare risposte immediate a tutti coloro che sono rimasti fuori dal concorso straordinario, sulla base di un elenco di priorità, legato alle varie platee di docenti.

La UIL scuola ha posto, pertanto, oltre al problema del precariato, una riserva politica tesa a valutare se resta la volontà di onorare gli impegni del richiamato accordo del 24 aprile, col governo Conte 1, che deve essere applicato nella sua interezza, compreso la parte che impegna il governo a reperire risorse necessarie per il rinnovo del CCNL.

L’amministrazione ha riconfermato la volontà di rispettare gli impegni assunti ed aggiornato l’incontro a lunedì 28 ottobre, in cui presenterà una proposta organica che dia soluzione al pacchetto precari tutt’ora ancora aperto.

Per la UIL scuola hanno partecipato Pino Turi, Giuseppe D’Aprile e Pasquale Proietti.