E’ vero che è cambiato il reclutamento e sarà  più difficile mettere in cattedra chi quella passione non ha -sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola – occorrerà  dimostrare, in un percorso di formazione e lavoro di tre anni, di sapere svolgere un compito sempre più arduo e difficile, in una società  in rapido cambiamento.

Tutto questo non sarà  sufficiente se ci sarà  ancora qualcuno che ritiene che gli interessi dei docenti siano contrapposti a quelli degli alunni e delle famiglie. Si devono creare le condizioni ambientali, per un clima sereno e positivo, in cui operare se si vogliono ottenere i risultati attesi.

Quello dell’insegnante è un lavoro che presuppone professionalità, passione, impegno ed amore per il proprio lavoro, oltre che competenze e preparazione. La scuola è individuale e collegiale, è comunità .

Dover valutare, come è stato fatto con il contratto sulla mobilità  e sulle assegnazioni provvisorie,  le ragioni personali dei docenti, consente di avere docenti più motivati e condizioni migliori per stabilire il feeling giusto con la classe. Qualcuno ci dovrà spiegare – aggiunge Turi commentando recenti affermazioni dell’Associazione nazionale presidi –  perchè un docente penalizzato e maltrattato sarà  più funzionale per il lavoro che deve fare.